lunedì 26 settembre 2011

BEST STELVIO

Una delle Top Ten giornate allo Stelvio.
Temperatura fantastica......neanche una nuvola.....azzurro intenso.....neve da urlo......poca gente......pista ottima......cos'altro, boh.....tutto perfetto.
Siamo al Cristallo sui dossi, ospiti della squadra spagnola femminile.....due ragazze.
Un tracciato a venticinque metri che si adatta al terreno tortuoso.
Fianco a noi un club friulano e la squadra C austriaca femminile.
Alterniamo porte sui dossi a porte nei buchi per imparare ad adattarsi, a trovare il giusto tempismo, la giusta profondità e curva sopra il palo.
Ne ho solo nove oggi ed il lavoro procede veloce.
Il riscaldamento ci permette di sfruttare tutta la pista.....libera....siamo in pochissimi.
Ne approfitto per ricercare una sciata molto naturale, veloce e dare continuità al movimento.
L'obiettivo è ricercare spinta e velocità in uscita curva.
Le correzioni sono le solite, ma a queste andature voglio che si concentrino sulla dissociazione, sul mantenere continuamente il busto verso la massima pendenza.
Alterno anche le braccia con i bastoni in alto e dietro la nuca.
Un lavoro eccezionale, con queste condizioni.
La neve canta!
Partiamo con le prove in gigante.
La prima in due tranche.
Poi via con cinque giri....linee ed atteggiamento sempre più propositivo.
Li vedo bene, certo c'è ancora molto da perfezionare....ma la strada è quella giusta.
Una pausa alle 11,15
Riprendiamo ed ancora cinque giri, chi è più indietro con qualche esercizio.
Un tonfo di Athos mi spaventa.....niente di male.....solo un sci imbarcato!.....azz.
Le ultime tre prove le facciamo a cronometro, per aumentare l'attenzione e capire se alzando i ritmi l'atteggiamento c'è.
Alle 12,40 smontiamo.....gli ultimi.....ne valeva la pena.....io e David ci godiamo il Cristallo, L'Ortler, la Punta degli Spiriti in silenzio.....il sole ci brucia, la temperatura è da mare.
Ottimo lavoro.....peccato per quelli che sono andati a scuola. Un giorno da urlo......irrecuperabile.
Sarà per la prossima.
Winch



5 commenti:

  1. Ciao Winch, innanzitutto grazie tante per questo blog perché permette a tuytti coloro che non sono in pista di vivere la vita dello sci club. Da genitore, però, ti posso fare una domanda? Sono necessari questi richiami al fatto che sarebbe meglio stare a sciare piuttosto che andare a scuola? Non sarebbe il caso di dire "ottimo allenamento, ma c'è anche la scuola e un giorno in meno di ghiacciaio non cambia la vita"? La mia non è una polemica, ci tengo a precisarlo: c'è scritto che il blog dovrebbe servire per discutere, per cui eccomi qui. Se altri vogliono dire la propria, mi farebbe piacere. Ciao e complimenti per il lavoro sia di allenatore che di giornalista.

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  2. Ahahahaha....giornalista è una parola grossa!.....il blog è formato solo da pensieri e parole in libertà, forse molte anche stupide, ma sincere.
    Grazie per il tuo coraggio nel commento.
    Il discorso scuola è sempre stato il mio "tallone d'achille".
    Lo sci è scuola di vita e quindi siamo in concorrenza.....
    Cosa pretendi che faccia?....tiro l'acqua al mio mulino.
    Giusto e fondamentale acculturarsi, studiare, sapere, ma molto importante è fare un'attività fatta bene, con impegno, con le giuste dosi di dedizione, comunque nella normalità e divertendosi.
    Il bello del nostro sport è il tempo che l'atleta deve dedicare.....lontano da casa ....in gruppo......in albergo......in pista......con delle regole da rispettare.....con i soldi da gestire.....i materiali da controllare.....gli allenatori da sopportare.
    Altro che il calcio o altro che.....un'oretta e torni a casa.
    Poi molto importante è l'abitudine a sapersi gestire, lo studio e l'allenamento....la perdita di un giorno di scuola, doversi portare avanti nello studio e recuperare il tempo perso. In un mondo sempre più difficile da affrontare, queste cose fanno la differenza.
    Altro aspetto è il livello tecnico che ogni atleta deve raggiungere per ben figurare.
    Lo sci è un'attività di ripetitività del gesto, di movimenti che normalmente nella vita quotidiana non si fanno.
    E' uno sport di naturalezza, scioltezza, semplicità e solo attraverso un certo numero di giornate di attività è possibile assimilarlo.
    Certo chi ha più doti è facilitato e ci arriva prima.
    Io posso dare motivazioni, posso spiegare che ci vuole tempo, posso creare gruppo ed amicizia, ma ogni ragazzo ha un unico obiettivo: la classifica......Ed anche il sogno di entrare in squadra Nazionale.
    Se non vede progressi l'atleta si deprime....si demotiva ed in prospettiva molla.
    E' la natura....è la società che ce lo impone.
    E allora?....scusami se rompo......la mia esperienza trentennale in queste categorie mi obbliga a dire: un giorno in più di sci, senza tralasciare lo studio è fondamentale per fare tutto bene, al meglio.
    Porto avanti un programma ottimale, non esagerato....
    Vedo tantissimi miei ex atleti laureati e maestri di sci, molto sani e svegli.
    Vedo anche asini.....ma lo sarebbero anche senza aver sciato....
    Il discorso è lungo....io sono contento di esser stato atleta (scarso)....aver studiato (non laureato).....ma son felice della mia vita.
    Nel mio ufficio ideale a 3.000 metri!
    Winch

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  3. Beh, intervengo anche io come mamma di una ragazzina di uno sci club (di Torino). Credo che tutto stia nella serietà con cui i ragazzi e la famiglia affrontano i due impegni. Il giorno di scuola perso non è grave se il ragazzo è consapevole di dover poi recuperare il tempo perso. Se invece si abbandona un'attività a vantaggio dell'altra, su questa fascia di età non mi trovo troppo d'accordo.

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  4. Grazie della risposta al mio intervento di ieri. Le tue considerazioni mi sembrano ricche di buonsenso. In bocca al lupo

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  5. Belle e valide le considerazioni di Anonimo. Non da meno quelle di Winch.
    Credo sia molto difficile prendere le parti di uno o dell'altro, dello sport o della scuola.
    Certamente queste due realtà vanno inserite nel quadro generale della società contemporanea, con un occhio al futuro.
    L'attività agonistica richiede passione, tempo, dedizione. Costruirsi un futuro lavorativo richiede preparazione, tempo e studio.
    Un ragazzo/a che voglia avere prospettive decenti per il suo futuro deve formarsi ad alto livello a prescindere da quello che vorrà fare.
    Anche se l'ambizione è quella di arrivare in nazionale, ci vuole un piano B, e che sia valido perché non è detto che il piano A funzioni.
    Quindi bisogna bilanciare le energie portare avanti i progetti con criterio,
    puntando su se stessi sia nello sport che nello studio.
    Per questo le motivazioni di entrambi sono valide e condivisibili, secondo me, ma ambedue devono fare i conti con il fatto che il massimo che si può dare è il 100%. Il giorno che due attività si sovrappongono non si può arrivare al 200%.
    E se una volta la vince la scuola, l'altra la vincerà lo sci, cercando sempre di dare il massimo da una parte e dall'altra. Ad un certo punto sarà chiaro quale dei due piani seguire e quale abbandonare o mettere in secondo piano.
    La cosa importante e essersi dati una scelta.
    Io credo sia compito di noi genitori, essere determinati e romper le scatole in modo che vadano avanti i progetti dei nostri figli,
    garantendo loro le migliori possibilità per il futuro, in nazionale o in una multinazionale.
    Anche se questo vuol dire, ogni tanto, scontentare i prof..... o Winch!

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